Deteniamo in esclusiva i diritti di sfruttamento del brevetto nazionale n° 0001408203, attestato in data 06/06/2014, con titolo “TURBINA PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA”, del quale è stato rilasciato anche brevetto Europeo.
Dopo aver realizzato un primo prototipo di turbina a 4 colonne, interamente in acciaio inox e metallo zincato, testato con esito positivo a Colfosco di Susegana su un canale Consortile di proprietà Enel e gestito dal Consorzio Piave, abbiamo successivamente prodotto diversi prototipi di turbina a una e due colonne utilizzando prevalentemente materiali plastici ad alta resistenza (ABS), acciaio inox e alluminio, destinati a prove dinamiche su vari siti.
In data 10/11/2015 abbiamo ricevuto dal Settore Sviluppo Imprese della CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO un contributo per la realizzazione di prototipi di pale e altri componenti della turbina in materiale plastico mediante stampa 3D.
In data 02/12/2015 INVITALIA, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa, in relazione alla selezione di start up innovative a cui attribuire incentivi per la valorizzazione dei brevetti, ha concesso a VOYAGE srl – successivamente denominata MATER srl (società innovativa con la quale abbiamo condotto una fase della sperimentazione di vari prototipi) un contributo in c/capitale al fine di realizzare una centralina idroelettrica completa e funzionante, basata sul brevetto di cui detiene i diritti di sfruttamento.
Abbiamo partecipato assieme all’Università degli studi di Padova e ad altri Istituti europei alla selezione di progetti per la produzione di energia elettrica a basso impatto ambientale nell’ambito del programma HORIZON 2020 – Type of action: RIA (Rerearch and Innovation Action).
Attualmente continua la fase di sperimentazione.
La turbina M.A.T. (turbina adattiva modulare) è un meccanismo che sfrutta il principio della pala basculante per conferire una rotazione attorno all’ asse verticale a una serie di moduli opportunamente impilati; il sistema può variare in altezza aggiungendo o togliendo moduli, o in orizzontale variando il numero delle colonne; ciò ne determina la prima caratteristica fondamentale: può adattarsi alla sezione del corso d’acqua dove la si vuol installare, eliminando l’esigenza di opere di irregimentazione. L’altra caratteristica rilevante del sistema è che il funzionamento non richiede un salto d’acqua, ma solo una sufficiente corrente, moltiplicandone le opportunità di utilizzo.
In generale l’obiettivo che si pone questa tecnologia non è tanto di ottenere il massimo risultato in termini di quantità di energia prodotta, ma di farlo nel modo più rispettoso possibile, evitando di modificare il corso d’acqua e il sito in maniera traumatica e permanente.
Inevitabilmente un sistema meno efficiente è meno “redditizio”, ma dobbiamo fare un distinguo: un impianto a coclea richiede un dislivello, ingenti opere di irregimentazione e deve essere installato su una derivazione perché la turbina non è spostabile in caso di emergenza; pur considerata “green” per la produzione energia pulita, comporta comunque un impatto ambientale considerevole, sia per le opere da realizzarsi in alveo, sia per quanto si vede e si sente fuori; la stessa insonorizzazione spesso costituisce un forte impatto visivo e raramente è in sintonia con il contesto. La realizzazione di tutte le infrastrutture, a fronte di una produzione di 40 kw/h, può costare oltre i 250.000,00– euro (senza conteggiare il costo ambientale).
Una centralina basata sulla turbina M.A.T. non richiederebbe tutte queste opere e anche se producesse meno della metà, costerebbe, una volta industrializzato il sistema, meno del 20%, con un impatto ambientale sicuramente inferiore e la possibilità di ripristino del sito a costo contenuto. Ma soprattutto: sotto una certa potenza i sistemi tradizionali di produzione di energia rinnovabile, idroelettrici o eolici che siano, non sono più convenienti, mentre il costo di piccoli impianti M.A.T. sono compatibili con la produzione, ridotta che sia.
Centraline portatili di piccole dimensioni, realizzate in plastica e alluminio, con un diametro massimo di 60 cm. Autonome, con unità di accumulo sganciabile, utilizzabili sia in acqua che sul fondo. Ideali per uso domestico, campeggio o zone senza elettricità. Una volta prodotte su larga scala, il costo non dovrebbe superare i 1000 euro per una potenza di 200watt.
Ideale per corsi d’acqua larghi fino a 3 mt., con sponde artificiali o naturali e profondità tra 60-180 cm. La larghezza è limitata per appoggiarsi su entrambe le sponde e contenere i costi del telaio. È possibile usarlo su fiumi più ampi, ma bisogna valutare costi e benefici. Potenziale produttivo: fino a 3/6 Kw/h.
Adatto per fiumi larghi oltre 3 mt., l’impianto si appoggia su una sola sponda, liberando parte del fiume. Ideale vicino ad anse, può anche prevenire l’erosione. In situazioni di rischio, si sgancia e si ripone in un vano apposito. Installabile in serie con spazi adeguati. Potenziale produttivo: fino a 3/6 Kw/h.
Ideale per l’accumulo, permette il disimpegno automatico con attuatore. È vantaggioso poiché può rimpiazzare paratoie esistenti e utilizzare infrastrutture pronte. Si prevede una concessione semplificata, potendo integrare impianti esistenti. Potenziale produttivo: fino a 2/4Kw/h per paratoia.
Un possibile impiego potrebbe essere quello sotto pontili marini o di fronte a barriere frangiflutti, in modo da sfruttare il moto ondoso in andata e in ritorno, anche in questo caso pare più indicato l’impianto ad accumulo, con un potenziale produttivo oltre i 5 Kw/h.
La tecnologia, su larga scala, potrebbe sfruttare le correnti marine con grandi chiatte galleggianti collegate come vagoni di un treno, immergendo la turbina come una deriva. Posizionate in aree con correnti marine costanti e ancorate al fondo, le chiatte potrebbero supportare anche impianti fotovoltaici, migliorando l’efficienza. Potenziale produttivo: fino al megawatt o più.
Il principio potrebbe essere applicato alle torri eoliche. Si considera l’uso di turbine verticali con almeno 10 livelli rotanti. Data la minore densità dell’aria, le pale sarebbero più grandi ma leggere. Anche senza dati precisi sull’efficienza, si prevede un minor impatto ambientale: meno pale grandi, minor rischio per gli uccelli e probabile riduzione del rumore.