Il progetto prevede il recupero di un vecchio edificio rurale situato nella periferia di Meolo, lungo via S. Filippo e il canale Meolo; sull’area, a destinazione agro industriale, esistono anche due grossi edifici, una Cantina e un allevamento bovino, quest’ultimo gestito dalla famiglia del richiedente. Nonostante queste ingombranti presenze, il paesaggio conserva notevoli pregi ambientali, sia per l’estensione delle campagne circostanti che per la presenza del Canale Meolo, che caratterizza, con il suo sinuoso percorso, il territorio locale. Per questo si è pensato di utilizzare il rustico esistente, adeguatamente ristrutturato e ampliato, con una funzione agrituristica, anche ricettiva, in modo da trasformarlo in punto di riferimento per escursioni nelle campagne dell’intorno, con itinerari naturalistici e culturali di varia lunghezza e interesse; a questo si aggiunge la possibilità di apprezzare la tipica cucina “povera” dei contadini veneti e l’occasione per qualche giornata di riposo a contatto con la natura.
Il progetto affronta il classico tema del rapporto tra edifici tradizionali e nuovi, perseguendo l’obbiettivo di conciliare le esigenze funzionali attuali e la conservazione della memoria dei luoghi. La qualità architettonica dell’edificio esistente ci ha aiutato nella scelta degli elementi da conservare e da considerare come riferimenti per l’ampliamento.
Innanzi tutto, si è scelto di creare con il nuovo corpo di fabbrica, una situazione ad “L” che ricordasse il cortile o l’aia dei complessi rurali tradizionali, aggiungendo il porticato di sfondo, che è una caratteristica tipica dell’architettura rurale veneta; la larghezza e l’altezza del nuovo corpo di fabbrica sono simili alla preesistenza, come anche la conformazione del tetto, a due falde semplici.
Anche lo snodo centrale, a pianta circolare, con una copertura a cono ribassato, si rifà a un modello ricorrente nelle nostre campagne, cioè il “silos” per lo stoccaggio del fieno o delle granaglie.
Nel progetto si fa ricorso anche a specchiature di muro lavorate con mattoni forati o alternati, alla serialità e ordinato posizionamento dei fori delle porte e delle finestre, all’uso di materiali naturali e colori pastello per le finiture, tutti elementi che, a nostro avviso, fanno parte della tradizione costruttiva delle nostre campagne.
Si è tentato inoltre di mantenere la leggibilità della stratificazione temporale delle parti del complesso, per cui rimane sempre ben identificato il corpo di fabbrica originario, che semmai si impone sul resto dell’edificio per armonia delle proporzioni e felice equilibrio tra vuoti e pieni, con il tipico “teson“ proteso verso il Meolo.